“Le strutture sanitarie cattoliche devono imparare a concentrarsi su obiettivi comuni, pur mantenendo le proprie identità e il proprio carisma fondante”. Lo ha detto don Massimo Angelelli, direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale della salute della CEI in visita il 22 febbraio scorso a “La Nostra Famiglia” di Bosisio Parini. “Per questo sto cercando di creare luoghi di incontro con strutture come la vostra, che hanno la responsabilità di generare sistemi di sostegno e di supporto”. Si parla quindi di pubblico e privato e soprattutto del privato non profit: “Dobbiamo cercare insieme modelli gestionali sostenibili, ma mai dimenticarci di nostri valori fondanti, in primis la tutela del diritto alla vita”. Al centro dell’incontro quel mondo complesso, fragile e spesso poco raccontato: quello del bambini con disabilità, “senza dimenticare le famiglie, per le quali manca da parte dello Stato una rete di supporto”. “Da più di 70 anni stiamo cercando di inquadrare la disabilità e la fragilità in un percorso esistenziale – ha spiegato la presidente dell’Associazione, Luisa Minoli – con particolare attenzione ai bambini. La nostra missione, infatti, è tutelare la dignità e migliorare la qualità della vita delle persone con disabilità, specie quelle in età evolutiva”. “Si parla tanto di cronicità e poco di età evolutiva: viviamo in un contesto sociosanitario a cui importa poco del bambino e ancora meno del bambino con disabilità – le ha fatto eco il direttore sanitario Massimo Molteni – ecco, il piccolo con fragilità è al centro del nostro operare, per questo siamo dei folli, ma sempre e tenacemente dalla parte dei bambini”. Al termine della giornata, che ha visto anche un tour per i reparti e la presentazione dell’attività di ricerca biomedica e riabilitativa da parte del direttore scientifico Mariateresa Bassi, il presidente della Commissione per la ricerca, Domenico Galbiati,ha posto l’accento sui genitori “rovesciati come un guanto dalla sofferenza, eppure veri e propri eroi, che innervano il tessuto civile di energie positive”. “La grande illusione è quella di un mondo di perfetti: per questo la malattia è una sfida al sistema che ci interroga in modo profondo e noi dobbiamo difendere i più fragili dei fragili , cioè i bambini” ha concluso don Angelelli.