Prossimo incontro il 23 marzo

Sensibili a chi vive nella sofferenza

Nelle scorse settimane si è celebrata la Giornata Mondiale del Malato, una buona occasione per sensibilizzare la Comunità cristiana ad una forte attenzione ai sofferenti e anche a chi si prende cura di loro. Accanto ai momenti di preghiera con e per gli ammalati celebrati negli ospedali e nelle case di riposo sparsi sul territorio diocesano, l?Ufficio per la Pastorale della Salute ha offerto un’occasione per riflettere su ambiti particolari de mondo della sofferenza, nel piccolo percorso di due incontro l’ascolto (27 febbraio e il Fine vita e testamento biologico (che si terrà giovedì 28 marzo dalle ore 10:00 alle 12:30 con don Paolo Fontana, responsabile della Diocesi di Milano del Servizio per la pastorale della Salute) al centro “Cardinal Ferrari”.

Il 27 febbraio il tema dell’ascolto del malato è stato trattato da padre Germano Policante, camilliano, con una relazione di altissimo livello. “La nostra scuola è finalizzata a renderci professori della parola, ma analfabeti dell’ascolto” (M. Delbrel). All’incontro hanno partecipato una cinquantina di persone che a vario titolo stanno accanto ai sofferenti ; persone disinteressate a cui i malati possono confidare pensieri, sentimenti ed emozioni e che attraverso l’ascolto creano le condizioni per cui la persona ammalata, da passivo oggetto di cure, diventa soggetto attivo e protagonista di un rapporto di reciprocità, capace di recuperare la speranza. “Il primo passo dell’amore del prossimo consiste nell’imparare ad ascoltarlo” (D. Bonhoeffer). In questo quadro il fratello e la sorella sofferenti sono lì a ricordarci le condizioni del vero ascolto. I destinatari di questa proposta formativa devono diventare , con il loro servizio sempre più qualificato, e con la loro presenza e testimonianza evangelica, un appello ed un richiamo rivolto a tutti coloro che possono essere raggiunti nella vita sociale, perché il malato sia riconosciuto come una presenza da curare ma anche da ascoltare da parte dell’intera comunità. In tal modo l’ascolto del malato diventa inizio di una umanizzazione che si realizza quando impariamo a piegarci sui deboli e il senso dell’umano e della fraternità cresce a partire dagli ultimi per raggiungere efficacemente tutti. “Fate silenzio e qualche volta tacere, ma è sempre ascoltare” (M. Delbrel).

Don Ferruccio Citterio